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L'idrogeno
Ce lo propugnano come la soluzione di tutti i mali ecologici ma una ricerca indipendente ha affermato:
"L'idrogeno è un gas infiammabile che non esiste sulla superficie terrestre, e produrlo artificialmente richiede un notevole dispendio di energia. Di conseguenza esso non può essere, di per sé, etichettato come di energia, ma soltanto come vettore, cioè come mezzo per immagazzinare l'energia prodotta da altre fonti. [...] L'idrogeno prodotto in questi processi contiene circa il 75% dell'energia fornita in ingresso, mentre il restante 25% viene perso sotto forma di calore. Il nostro vettore di energia è quindi in realtà assimilabile a un colapasta energetico."
Quanto c'è di vero in questa affermazione?
Come spesso accade occorre distinguere e puntualizzare alcuni aspetti.
L'idrogeno è l'elemento più diffuso nell'Universo che ne è formato per il 75% in massa. Purtroppo sulla Terra l'idrogeno esiste solo in combinazione con altri elementi (es. nell'acqua, nel metano e così via) e praticamente mai in forma molecolare, né nell'atmosfera (1 parte su milione) né nella crosta terrestre, neanche in profondità.
Questo comporta il problema di ricavarlo in forma industriale; attualmente sono due i metodi usati:
- per elettrolisi dall'acqua (si cede energia per scindere le molecole di acqua)
- per cracking del carbone e/o reforming di metano ed altre sostanze derivate dal petrolio (si "bruciano" tali combustibili e si separarano i gas prodotti).
Entrambi i metodi hanno un "costo" energetico. Occore usare energia per ottenerlo e tale energia deve esser per forza di cose prelevata da altre forme. Fino a quando sono energie da fonti rinnovabili (eolica, solare, etc) nessun problema. Il punto è che per grandi richieste di carichi, come ad esempio l'uso nell'autotrazione, le fonti rinnovabili non riescono tuttora a coprire la richiesta. Ed è logico: se fosse così non sarebbe necessario usare l'idrogeno ma si potrebbero usare *direttamente*, per così dire.
Cosa succede quindi? Che la maggior parte dell'idrogeno usato a livello industriale deriva da processi di cracking del carbone o di reforming di metano.
Si arriva al controsenso di usare combustibili fossili per non usare combustibili fossili. Un po' come il gatto che si morde la coda insomma.
E' vero però che ci sono altri vantaggi non subito visibili: far fare la combustione in pochi e grandi macchine termiche ha vantaggi sia dal punto di vista del rendimento (che a volte arriva anche al doppio di quello dei motori alternativi usati) sia dal punto di vista dell'ubicazione quindi con vantaggi dati dal fatto che si possono accumulare le sostanze inquinanti prodotte ed in modo particolare l'anidride carbonica.
Infatti, e da qui non si scappa, per ogni atomo di carbonio presente negli idrocarburi utilizzati, si produce una molecola di anidride carbonica, che sappiamo essere il maggior indiziato per il riscaldamento del pianeta. Ci sono studi per accumularla nel sottosuolo, anche se, a parere dello scrivente, è un po' come nascondere la polvere sotto il tappeto. E nessuno ci potrà assicurare che la stessa non passi attraverso il terreno o che eventi sismici possano causare falle.
Il vero vantaggio dell'uso dell'idrogeno piuttosto è dato dal fatto che la combustione dell'idrogeno abbatte l'emissione degli altri inquinanti: l'idrogeno non produce né monossido di carbonio né particolato e riduce sensibilmente l'emissione di NOx.
Cosa non da poco conto!
Un aspetto da non sottovalutare inoltre è l'attenzione ai vari problemi di sicurezza che l'uso dell'idrogeno da: sia infatti che si usi direttamente nei motori a combustione interna sia in celle a combustibile (approfondimento), dispositivi che convertono l'energia immagazzinata nell'idrogeno in energia elettrica, che può essere usata per alimentare un motore elettrico occorre stare attenti ai seguenti aspetti:
- l'idrogeno è altamente infiammabile (ricordate il dirigibile Zeppelin?), molto peggio del gpl o del metano
- è estremamente aggressivo nei confronti del ferro
- se il serbatoio dovesse esplodere la temperatura raggiunta dal fronte di fiamma è dell'ordine dei 2000°, e che non ci contassero balle sul fatto che nelle prove d'urto fatte dalla Bmw non è esploso, in un laboratorio è una cosa in una autostrada è un'altra, se loro si fidano ad andare in giro su una bomba simile povero chi ci capita vicino. Ricordiamoci del Titanic, era inaffondabile e da un secolo o giù di lì giace a svariate migliaia di metri di profondità.
In sintesi: l'idrogeno può essere considerato una alternativa attuale ai problemi di inquinamento solo se si riesce a trovare in breve una soluzione ai problemi di sicurezza per l'automobilista, in primis, e di produzione.
Ci riusciremo? Se c'è un reale ritorno economico probabilmente sì, questo fino a quando verrà finalmente trovata una soluzione ai nostri problemi di energia (fusione fredda?) pena il rischio di tornare a 200 anni fa, dove ci si spostava a cavallo e ci si scaldava con il camino.
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